Porta San Marco
E' una delle porte principali della Repubblica Pisana. Da tale porta si dipartiva la strada che univa la Città alla Badia di San Savino, a tutti i Castelli della piana dell'Arno, tra cui importanti presidi di cascina e di Pons Herae. Da tale Porta si dipartiva la Via Fiorentina e da tale via purtroppo era più agevole l'arrivo delle truppe fiorentine che per decenni hanno mosso guerra alla Repubblica Pisana. In conseguenza tale Porta, come per altro tutte le porte medievali che erano il punto più vulnerbile della cinta muraria, era dotata di un munitissimo presidio di Balestrieri che ne difendevano l'inpenetrabilità e, in caso di assedio, tenevano lontane con pioggia di verrettoni le macchine da guerra nemiche che cercavano di abbattere le porte e penetrare in città.
Il Prof. Dino Dini, storico pisano, menziona tale Porta, parlando della fine della Repubblica Pisana per mano dei Fiorentini il 9 Ottobre 1406, giorno in cui, dopo un assedio iniziato la primavera precedente, sulla "spalancata Porta San Marco, Gino Capponi, comandante dei Fiorentini, trovò Giovanni Gambacorta, Capitano del Popolo Pisano che lo fece entrare in città, dopo avere trattato segretamente un accordo di pace e di resa, nonostante la strenua resistenza dimostrata fino ad allora da tutte le truppe e cittadinanza pisana".
Come scrive Lorenzo Pignotti nella storia della Toscana ( tomo VI ) "Allo spuntar del giorno 9 ottobre vi entrò la truppa fiorentina ricevuta alla Porta San Marco da Giovanni Gambacorti, il quale teneva in mano un verrettone ( preso dai balestrieri a difesa della porta ), e poselo in mano del Capponi, dicendo che gliel dava in segno della signoria della città".
A memoria dei Balestrieri a difesa di tale Porta e di tutti i cittadini Pisani che nonostante la strenua difesa, le indicibili sofferenzae ed i patimenti subiti si trovarono traditi da un trattato segreto che fruttò al Gambacorti 50 mila fiorini d'oro, abbiamo intitolato il nostro gruppo di Balestrieri appartenenti a quei Pisani che mai si sarebbero voluti arrendere, preferendo la morte all'onta della resa e del tradimento. Onoriamo il valore indomito del Popolo Pisano perpetrando l'arte di " trar di balestra " in nome di quei valorosi che difesero strenuamente la loro Città.
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